4.12.08

Parla il procuratore Lepore

Truffa rifiuti, Ecco perché accuso Bassolino" . "Non sarà un processo politico" di Dario Del Porto ------------------------- «Ci hanno accusato di aver impiegato due anni per chiudere l´inchiesta, l´emergenza rifiuti però va avanti da quattordici anni, mica da un giorno. E la nostra indagine configura una truffa di proporzioni enormi: sul piano economico ma soprattutto per i danni che ancora oggi la città di Napoli e la regione Campania sono costrette a sopportare». Il processo ad Antonio Bassolino e agli altri 27 imputati dell´inchiesta sul ciclo dei rifiuti, assicura il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore, non sarà «politico», come temuto dalla difesa, e non sarà l´ultimo procedimento che prenderà in esame gli aspetti della crisi sulla quale il mondo intero si indigna. Procuratore Lepore, si può dire che la drammatica situazione di questi mesi è figlia dei comportamenti finiti nell´inchiesta che coinvolge il presidente della Regione e gli ex vertici di Impregilo? «La Procura di Napoli ha indagato sulle autorità che hanno predisposto un sistema per lo smaltimento dei rifiuti rivelatosi ben presto inefficace. L´errore più grande è stato scegliere quella strada e quell´appalto che, pur attribuito a una delle principali imprese italiane, non ha funzionato. Gli impianti di cdr non hanno prodotto materiale a norma, il termovalorizzatore non è entrato in funzione e tutto il sistema ha accumulato ritardi. Sono stati spesi milioni di soldi pubblici, Impregilo ha accumulato crediti, a seguito di mancati pagamenti da parte dello Stato, di cui la Procura ha ottenuto il sequestro. E adesso siamo al collasso». Bassolino lamenta però di non essere l´unico responsabile della crisi. «Da questo punto di vista non ha tutti i torti. Una cosa sono le responsabilità di carattere politico, che non spetta a me giudicare, altro discorso è il risvolto penale sul quale è compito nostro svolgere indagini. Ma il rinvio a giudizio del presidente della Regione non chiude l´azione della Procura sulla materia dei rifiuti. Noi non ci fermiamo, anzi andiamo avanti, c´è molto ancora da fare». Su quali filoni sono in corso altre inchieste? «Nel merito naturalmente non posso entrare ma i filoni sono diversi, a cominciare da quello che riguarda le discariche». Come replica a chi individua fra le cause dell´emergenza anche alcuni interventi della magistratura, come il sequestro degli impianti di cdr? «Dico che è vero il contrario: quando abbiamo agito abbiamo sempre cercato di contemperare le esigenze di giustizia con la necessità di evitare situazioni che potessero mettere la città con le spalle al muro. Questo nella speranza che, dalle autorità preposte, arrivasse un intervento risolutore. Non è accaduto, e ancora oggi, mentre lei ed io stiamo parlando, nelle strade ci sono cumuli di spazzatura». La difesa di Bassolino parla di processo che, «per i risvolti e le speculazioni che lo hanno riguardato, è diventato oggettivamente politico anche se questo non era nelle intenzioni della Procura». E il governatore definisce «ingiuste e infondate» le accuse. Lei come risponde? «La Procura è convinta di aver portato avanti accuse tutt´altro che infondate, naturalmente ci rimettiamo ora al vaglio del Tribunale. Quanto al processo "politico", questo può essere accaduto sui media, non nelle aule di giustizia. Il dibattimento non sarà politico come non lo è stata l´udienza preliminare». Secondo lei il governatore deve dimettersi? «Non è una domanda da fare a me. Il mio ruolo è un altro». Procuratore, la decisione del gup è anche una risposta alle accuse di inerzia che avevano colpito il suo ufficio?
«Gli attacchi di questi mesi ci hanno fatto male, perché sapevamo che erano ingiusti. La Procura di Napoli si occupa di questioni legate ai rifiuti sin dal 1993. Questa poi era un´indagine complessa, devo dare atto ai due colleghi, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, di aver svolto un lavoro straordinario.
Tutto l´ufficio ha fatto squadra. Ma non è il caso di cantare vittoria per l´esito di un´udienza preliminare.
Bassolino per noi è un imputato come tutti gli altri».
(03 marzo 2008) ------------------------------------------ --------------------- -------------- Iervolino a Veltroni: "Abbiamo le mani pulite" di Dario Del Porto "Non ho avuto nessuna chiamata da parte di Veltroni e quindi sono stata io a chiamarlo. Stava in volo ma volevo dirgli: 'Caro segretario, ho bisogno di sapere che intenzioni e che progetti hai per Napoli'". Così il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo ha risposto ai giornalisti che le chiedevano di commentare le indiscrezioni, apparse oggi sulla stampa, sulla riunione del coordinamento del Pd convocato per martedì dal segretario Walter Veltroni sulle vicende di Napoli. Un incontro che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe propedeutico ad un radicale rimpasto, entro Natale, della giunta comunale e dell'azzeramento di quella regionale.
"Vorrei anche capire - aggiunge Iervolino - di che cosa ci si accusa.
Se ci sono reati, si va fuori, ma il sindaco ha le mani pulite e le spalle fortissime. Se ci sono reati che riguardano qualcuno lo dicano perchè lo allontaniamo. Se ci sono però problemi politici lo dicano e dicano quali sono e quali alternative hanno perchè il Vinavil a Rosetta non si addice". (04 dicembre 2008) ------------------------ --------------------- --------------------- Lepore al contrattacco "Troppi corvi sulla Procura" "Non c´è alcuna prova di un legame tra il suicidio e l´attività giudiziaria" di Dario Del Porto Lo stillicidio di indiscrezioni sull´inchiesta "Global service" allarma il procuratore capo Giandomenico Lepore, che difende il suo ufficio e mette in guardia sul clima torbido di questi giorni: «Siamo noi magistrati i primi ad essere danneggiati dalle fughe di notizie, le informazioni non sono uscite dalle nostre stanze. Faremo tutte le indagini del caso. Anche la stampa deve muoversi con professionalità ed etica. I corvi? Intorno alla Procura ne volano tanti». Frasi pronunciate mentre la città, scossa dal suicidio dell´ex assessore Giorgio Nugnes, guarda alle possibili ricadute del lavoro investigativo del pool composto dai pm Vincenzo D´Onofrio, Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, coordinati dal procuratore aggiunto Franco Roberti. «Sui politici non può esserci alcuna immunità. Se commettono un reato, lo perseguiamo come qualsiasi altro cittadino», sottolinea Lepore. Che poi aggiunge: «Non voglio commentare il tragico gesto di Nugnes, ma non c´è alcuna prova di un legame con l´attività giudiziaria». Gli inquirenti ipotizzano che, sull´affidamento in "Global service" della manutenzione stradale al gruppo guidato da Alfredo Romeo, sia stato raggiunto un accordo fra esponenti di schieramenti politici contrapposti. La strada amministrativa dell´operazione sarebbe passata invece per il Provveditorato alle opere pubbliche di Campania e Molise all´epoca dei fatti guidato da Mario Mautone. Nelle intercettazioni o nelle pagine dell´inchiesta (inizialmente denominata in codice "Magnanapoli") compaiono a vario titolo i nomi di almeno tre parlamentari, assessori o ex assessori della giunta Iervolino, uomini delle forze dell´ordine e della magistratura. Posizioni che gli inquirenti hanno vagliato e vagliano con l´obiettivo di separare le condotte potenzialmente illecite da riferimenti indiretti o non sanzionabili penalmente. Romeo era intercettato nell´ambito del fascicolo-madre dell´indagine, aperto a Santa Maria Capua Vetere e poi trasmesso a Napoli. Verifiche sono state disposte su interessi imprenditoriali comuni fra l´imprenditore e il deputato di An Italo Bocchino, che ha manifestato agli inquirenti massima disponibilità a chiarire questo ed eventuali altri aspetti, e sui rapporti tra Nugnes e l´esponente del Pd Renzo Lusetti, legato all´ex assessore da una lunga amicizia. Nella qualità di provveditore, Mautone aveva intrecciato diversi rapporti istituzionali, anche con il senatore dipietrista Nello Formisano, fino a quando proprio l´allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, appena avuto sentore di possibili attività poco trasparenti, lo trasferì chiedendo anche al figlio Cristiano, consigliere provinciale del Molise, di interrompere qualsiasi contatto. Nella giunta Iervolino, hanno lavorato negli anni alla delibera sul "Global service", rimasta poi al palo per mancanza di fondi, anche gli assessori Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio ed entrambi, in questi giorni, hanno definito doverosa l´attenzione dei pm. L´ex assessore alla Legalità Giuseppe Gambale ha respinto annunciando querele le voci di stampa su un suo presunto coinvolgimento nell´indagine mentre Enrico Cardillo, dimessosi da responsabile del Bilancio il giorno prima del suicidio di Nugnes, ha sempre smentito un collegamento fra la sua scelta e le indagini. (04 dicembre 2008)