30.11.08

LA STRANA MORTE DELL' ASSESSORE

Sgomento Giorgio Nugnes era stato coinvolto nell'inchiesta sugli scontri di Pianura Si uccide l'ex assessore del Pd di Napoli travolto nello scandalo dei rifiuti Si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione Giorgio Nugnes, 46 anni, ex assessore alla Protezione civile e alla difesa del suolo del Pd del Comune di Napoli, coinvolto nell'inchiesta sugli scontri dello scorso gennaio per la discarica di Pianura.Home Politica prec succ Nugnes era stato sottoposto agli arresti domiciliari il 6 ottobre scorso, misura in seguito sostituita dal divieto di dimora nel quartiere di Pianura. Il 20 ottobre si era dimesso dal suo incarico. La moglie e il fratello hanno tentato di rianimare l'esponente politico dopo averlo trovato impiccato in un sottoscala, ma senza esito. Nugnes (ex Dc, Ppi e Margherita, poi confluito nel Pd) era stato sospeso dal Partito democratico in seguito al coinvolgimento nell'inchiesta. Il divieto di dimora a Pianura era stato ridotto con il permesso di recarsi nella sua abitazione di via Grottole tre giorni alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Negli altri giorni risiedeva in una casa a Quarto, in provincia di Napoli. Alla base del gesto vi sarebbero «motivi personali», secondo quanto spiegano persone che erano a lui vicine prima dell'avvio dell'inchiesta giudiziaria. magistrati gli avevano imposto il divieto di residenza. Si era dimesso il 20 ottobre Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, in lacrime dopo aver appreso la notizia Rifiuti, suicida l'ex assessore Nugnes Era indagato per la rivolta di Pianura ---------------------------------------------------- NAPOLI - Si è tolto la vita l'ex assessore del Comune di Napoli Giorgio Nugnes, 48 anni del Pd, coinvolto nell'inchiesta della procura partenopea sugli scontri avvenuti nel quartiere di Pianura, nel gennaio scorso, durante le manifestazioni antidiscarica. Nugnes si è impiccato in un sottoscala, nella casa dove abitava con moglie e due figli adolescenti e molti altri parenti, infilandosi la corda al collo e legandola ad una inferriata. C'è stato un tentativo di rianimarlo, purtroppo inutile. L'uomo era stato sottoposto agli arresti domiciliari il 6 ottobre scorso. La misura cautelare, in seguito, era stata sostituita dal divieto parziale di dimora nel quartiere Pianura. Il 20 ottobre si era dimesso dal suo incarico. "E ora dove vado ad abitare?", avrebbe detto agli amici dopo aver appreso della misura ordinata dai magistrati. Era accusato di aver contribuito all'organizzazione delle proteste, poi degenerate in vari episodi di violenza, che nel gennaio scorso divamparono nel quartiere Pianura contro la riapertura della locale discarica. Secondo i magistrati, avvalendosi delle informazioni sugli spostamenti delle forze dell'ordine - informazioni che otteneva grazie al suo ruolo istituzionale - Nugnes avrebbe dato un contributo rilevante alla realizzazione dei blocchi stradali da parte degli ultras contrari alla discarica. Le indagini si basavano su telefonate intercettate tra lo stesso Nugnes e il consigliere di An Marco Nonno, suo amico dai tempi dell'infanzia, anche lui arrestato nella stessa inchiesta. L'assessore lo avrebbe avvertito dell'arrivo della polizia nel quartiere, dove i dimostranti avevano ostruito l' accesso alla ex discarica. In successive interviste, Nugnes aveva spiegato di averlo fatto pensando così di poter dare una mano alla gente di Pianura, la sua gente. Nugnes aveva ottenuto gli arresti domiciliari, poi trasformati dal Tribunale del Riesame, il 21 ottobre, il divieto di dimora a Pianura. Quest'ultima misura era stata poi ridotta ad un divieto di tre giorni alla settimana. Il Pd lo aveva sospeso e il 20 ottobre Nugnes, con una lettera al sindaco Rosa Russo Iervolino aveva rassegnato le dimissioni. Il sindaco di Napoli ha appreso piangendo la notizia del suicidio mentre era impegnata nell'inaugurazione di due edifici scolastici. "Provo un immenso dolore perché non capisco la sproporzione enorme tra il gesto compiuto e le accuse che gli venivano rivolte - ha detto Iervolino - Non era indagato per aver stuprato un bambino ma solo per aver fatto delle telefonate ed essersi accordato per una resistenza dei cittadini per la riapertura dela discarica nel suo quartiere". "Ieri so che è passato a Palazzo San Giacomo (in occasione della conferenza stampa nella quale l'assessore Cardillo ha annunciato l'abbandono della politica, ndr) mi strazia ancor più non avergli potuto fare una carezza o una tirata d'orecchie incoraggiandolo - ha continuato il sindaco - la sua presenza al Comune dimostra quanto fosse legato all'amministrazione". "E' incredibile, ci siamo visti fino alla settimana scorsa e Giorgio era tornato grintoso e combattivo. Sembrava che le vicende giudiziarie stessero mettendosi bene e lui aveva ripreso coraggio. Non capisco che cosa può essere successo" dice un amico, un suo compagno di partito nel Ppi e poi nel Pd, che chiede di non essere citato. Una folla di giornalisti, fotografi e cittadini si è radunata in via Grottole, dove ci sono stati momenti di tensione: un gruppi di persone, amici di Nugnes, ha inveito contro le istituzioni e i giornalisti. Poi la polizia municipale ha bloccato l'accesso delle auto nella piccola strada di Pianura. (29 novembre 2008) ------------------------- --------------------- -----------
Le ultime parole del politico: «Prenderanno una donna molto potente»
---------------------------- NAPOLI Ha pianificato il suo suicidio con una meticolosità che solo un ex parà della Folgore come lui poteva avere. Tre lettere a moglie, fratello e figli, una lunghissima intervista al giornale della sua città, il Roma, un misterioso passaggio negli uffici del Comune, dove fino a pochi mesi fa aveva la sua scrivania di assessore alla Protezione civile, l'ultima giornata al suo posto di lavoro negli uffici della Regione Campania, per lasciare tutte le carte in ordine. -------- ---- --- E poi i particolari più atroci: Giorgio Nugnes si è barricato nella tavernetta di casa e ha fatto jogging sul tapis roulant per arrivare col cuore in gola all'ultimo minuto di vita, perché l'impiccagione fosse più rapida ed indolore possibile. Si è strangolato appendendosi con dei fili elettrici, tanto sottili che la moglie si è tagliata le mani per liberarlo dalla morsa fatale. Respirava ancora e i tentativi di rianimarlo sono durati mezz'ora, raccontano i primi soccorritori. Tutto inutile. Ma né le lettere né l'intervista né le ultime confidenze fatte a giornalisti e conoscenti diradano i dubbi attorno al suicidio dell'ex assessore della giunta Iervolino, travolto da un'inchiesta giudiziaria che lo aveva portato anche agli arresti domiciliari.
Dubbi alimentati anche da alcune frasi misteriose delle ultime ore, che alludevano a sviluppi giudiziari eclatanti.
L'inchiesta, appunto: è ad essa che vanno i primi pensieri dei napoletani, appena la notizia si diffonde. Nugnes era accusato di aver fomentato i disordini di Pianura, di aver fornito informazioni sugli spostamenti della polizia ai facinorosi che misero a ferro e fuoco il quartiere per protestare contro l'eventuale apertura di una discarica nel gennaio scorso, in piena emergenza rifiuti. ----------- Ma la preoccupazione per quell'indagine non pare a nessuno una motivazione sufficiente. Il peggio era ormai dietro le spalle, sono passati quasi tre mesi dall'arresto ai domiciliari, una misura che in pochi giorni era stata trasformata nel più morbido divieto di dimora nel quartiere di Pianura. Recentemente anche questa misura era stata attenuata: poteva tornare a casa tre giorni a settimana. La sua posizione non sembrava particolarmente pesante. Certo, aveva dovuto lasciare l'incarico di assessore, e probabilmente il suo futuro politico (un passato nella Margherita, ora nel Pd) era forse definitivamente compromesso. Eppure nell'ultima intervista al Roma, la cui pubblicazione, ironia della sorte, era prevista proprio per oggi, si diceva tranquillo: «Sono sereno, e devo tutto alla mia famiglia. Affronterò il processo con ottimismo, sapendo che riuscirò a dimostrare la mia innocenza. Sono tornato al mio lavoro e ai miei hobby, prima di morire voglio fare il contadino». Però ai giornalisti del Roma non era sfuggito il suo mutato aspetto ed il suo morale a terra. -- Sciupato, pallido, stanco, nervoso. È rimasto in redazione per due ore, poi è sceso con dei giornalisti per un caffè, poi è tornato e si è rimesso a parlare ancora a lungo, a taccuini chiusi. Ed è qui che ha detto le cose più interessanti. Ha parlato di un dossier scottante in suo possesso, di un cd su cui aveva racchiuso dei dati, ha promesso ai giornalisti del quotidiano che presto avrebbe potuto fornire loro quel materiale. Nugnes prevedeva che le inchieste della Procura non avevano ancora toccato i livelli alti del potere politico in Campania, che presto molti grossi nomi sarebbero finiti nel tritacarne giudiziario. Che lui aveva le prove, che presto sarebbero state pubbliche. Ne era convinto. E poi ha accennato a storie inquietanti, ma senza fare nomi: una donna in particolare, una donna molto influente, con una relazione stretta con un potente uomo politico. ------------- Una donna che agisce nell'ombra e che gli aveva dato prova di molto potere, di avere informazioni sensibili nell'ambito del commissariato rifiuti e nella gestione dell'emergenza. -- Erano i giorni caldi delle proteste di strada. «Una volta mi disse: tra mezz'ora ti chiama il prefetto. E mezz'ora dopo il mio telefono squillò e c'era il prefetto». Volevano convincerlo a far calmare gli animi, a recedere dal no alla discarica. «Una mattina mi rivelò: oggi la polizia avrà altro da fare che pensare a Pianura. E dopo un'ora in effetti i blindati con gli agenti si allontanarono dal quartiere».
Nugnes voleva intendere che c'era una regia occulta molto più in alto di lui, una lobby politica che utilizzava anche persone al di fuori della politica, persone che non appaiono col proprio volto sullo scenario cittadino.
Ma cosa può avere a che fare tutto questo con il suicidio? Se Nugnes custodiva dossier e cd con file «sensibili», verranno fuori da qualche parte. È una questione che in queste ore dovrà appurare la magistratura inquirente. Restano i dubbi sulle motivazioni di un gesto così estremo. Gli osservatori delle cose cittadine non mancano di notare una coincidenza. ------------------------ -------------- ------------
Il giorno prima del suicidio, venerdì, un altro importante personaggio si è dimesso dalla giunta comunale di Napoli. Enrico Cardillo, potente assessore al bilancio, ha detto improvvisamente addio alla Iervolino e alla politica: «Torno ad insegnare all'Università, non farò mai più attività politica».
Anche lui aveva ricevuto mesi fa un avviso di garanzia dalla Procura di Napoli, per un'altra inchiesta riguardante le consulenze d'oro per il piano strategico. «Ma le vicende giudiziarie non c'entrano con le mie dimissioni», ha detto Cardillo in una conferenza stampa a Palazzo San Giacomo. Negli stessi minuti, in tanti hanno visto Nugnes pochi corridoi più in là. È tornato nel suo ex assessorato. Ha girato in vari uffici, ha incontrato un assessore. Molti sono rimasti colpiti dal suo aspetto abbattuto. -----------
Perché Cardillo abbandona improvvisamente la politica (quando solo il giorno prima aveva negato ai giornali l'eventualità di sue dimissioni)? Perché Nugnes va in Comune? Perché dopo poche ore si suicida? Cosa può essere successo negli ultimi giorni per determinare decisioni diversissime ma entrambe drastiche nello stretto entourage del sindaco Rosa Russo Iervolino? Voci insistenti vanno ripetendo che da tempo la Procura di Napoli ha avviato una delicatissima indagine sulla gestione dell'immenso patrimonio immobiliare del Comune.
E nell'inchiesta sarebbero coinvolti personaggi che siedono ai piani alti di Palazzo San Giacomo. Si attendono provvedimenti gravi. E nessuno si sente di escludere che Nugnes e Cardillo possano avere, a torto o a ragione, qualcosa da temere. Un ulteriore tassello che si aggiunge al puzzle irrisolto del suicidio di un uomo.