29.11.08

cronaca di oggi

Si è suicidato in casa Giorgio Nugnes L'ex assessore di Pianura Il sindaco Rosa Russo Iervolino ha pianto appena saputa la notizia Si è suicidato nella sua casa di Pianura l'ex assessore comunale Giorgio Nugnes del Partito democratico. Aveva 46 anni ed era il padre di due figli. Nugnes era stato arrestato a ottobre nell'ambito degli scontri avvenuti a Pianura nel gennaio 2008 contro la paventata riapertura della discarica di Contrada dei Pisani. Era accusato di associazione a delinquere, devastazione e interruzione di pubblico servizio Nugnes è ritornato nella sua casa, si è infilato la corda al collo, l'ha legata ad una inferriata e si è lasciato andare. Una folla di cittadini e amici ha spintonato la maggior parte dei giornalisti e dei fotoreporter fuori della stradina - via delle Grotte, una traversa di via Grottole - dove risiede la famiglia. Di fatto, un gruppo di persone sta bloccando l'accesso alla stradina per impedire che i cronisti giungano nei pressi dell'abitazione dei Nugnes, una palazzina di due piani nella zona antica di Pianura. Nugnes, esponente del Pd, era stato sospeso dal partito in seguito al coinvolgimento nell'inchiesta. La misura del divieto di dimora nei suoi confronti era stata di recente attenuata dai magistrati della Dda: Nugnes aveva il permesso di recarsi nella sua abitazione di via Grottole il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Negli altri giorni risiedeva in una dimora di Quarto, in provincia di Napoli. Il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino, ha appreso piangendo la notizia del suicidio dell'ex assessore comunale Giorgio Nugnes mentre era impegnata nell'inaugurazione di due edifici scolastici. Profondamente commossa, il sindaco si sta recando con il suo vice, Sabatino Santangelo, nell'abitazione dove Nugnes si è tolto la vita. (29 novembre 2008) 2008-11-29 14:50 SUICIDA EX ASSESSORE COINVOLTO INCHIESTA ULTRA' PIANURA NAPOLI - Si è suicidato l'ex assessore del Comune di Napoli Giorgio Nugnes, coinvolto nell'inchiesta della procura partenopea sugli scontri avvenuti nel quartiere di Pianura, nel gennaio scorso, durante le manifestazioni antidiscarica. Giorgio Nugnes, ex assessore alla protezione civile, al sottosuolo ed ai cimiteri del Comune di Napoli, era stato arrestato il 6 ottobre nell' ambito dell' inchiesta sui disordini scoppiati a gennaio nel quartiere Pianura contro l' ipotesi di riapertura della discarica. L' assessore, ex Dc, Ppi e Margherita, poi confluito nel Pd, aveva respinto davanti al gip Luigi Giordano il 13 ottobre le accuse del pm Antonio Ardituro. Da alcune intercettazione telefoniche sarebbe emerso che l' assessore avrebbe avvertito il consigliere comunale di An, Marco Nonno, anche lui arrestato nella stessa inchiesta, dell' arrivo della polizia nel quartiere, dove i dimostranti avevano ostruito l' accesso alla ex discarica. Nugnes aveva ottenuto gli arresti domiciliari, poi trasformati dal Tribunale del Riesame, il 21 ottobre, in divieto di dimora a Pianura. Quest' ultima misura era stata poi ridotta ad un divieto di tre giorni alla settimana. Il Pd lo aveva sospeso ed il 20 ottobre Nugnes, con una lettera al sindaco Iervolino aveva rassegnato le dimissioni. Secondo le prime notizie, Nugnes si é tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione di Pianura. Ci sarebbe stato un tentativo di rianimarlo, rivelatosi poi inutile. Nugnes, esponente del Pd, era stato sospeso dal partito in seguito al coinvolgimento nell'inchiesta. La misura del divieto di dimora nei suoi confronti era stata di recente attenuata dai magistrati della Dda: Nugnes aveva il permesso di recarsi nella sua abitazione di via Grottole il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Negli altri giorni risiedeva in una dimora di Quarto, in provincia di Napoli. ERA ACCUSATO DI REGIA PROTESTE Aver contribuito all'organizzazione delle proteste, poi degenerate in vari episodi di violenza, che nel gennaio scorso divamparono nel quartiere Pianura contro la riapertura della locale discarica. Era questa l'accusa fornulata dai pm di Napoli nei confronti di Giorgio Nugnes, l'ex assessore comunale che stamani si è tolto la vita. Nugnes, secondo i magistrati, avvalendosi delle informazioni sugli spostamenti delle forze dell'ordine - informazioni che otteneva grazie al suo ruolo istituzionale - avrebbe dato un contributo rilevante alla realizzazione dei blocchi stradali, circostanza confermata, a giudizio degli inquirenti, da alcune intercettazioni telefoniche. Posto agli arresti domiciliari il 6 ottobre scorso - misura poi trasformata in divieto di dimora a Pianura, con una successiva autorizzazione a trascorrere tre notti la settimana nell'abitazione di famiglia - Nugnes era stato interrogato il 13 ottobre dal gip Giordano e dal pm Ardituro, respingendo con fermezza tutte le accuse di "regia" degli scontri. Il 28 ottobre a Nugnes, al consigliere comunale Marco Nonno e ad altri 39 indagati nell'inchiesta era stato notificato un avviso di conclusione indagini, atto che con ogni probabilità ha come conseguenza la richiesta di rinvio a giudizio. FOLLA SOTTO LA SUA ABITAZIONE, URLA E MOMENTI DI TENSIONE Una folla di giornalisti, fotografi e cittadini si è radunata in via Grottole, nel quartiere Pianura, dove l'ex assessore comunale Giorgio Nugnes si è tolto la vita. Il decesso è avvenuto in casa: Nugnes è stato soccorso ed è stata chiamata anche un'ambulanza del 118, nel tentativo di rianimarlo, ma quando sono giunti i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Si attende l'arrivo del magistrato. La polizia municipale ha bloccato l'accesso delle auto nella piccola strada di Pianura. Il sindaco Iervolino, che sembrava volersi subito recare sul posto, ha invece deciso di attendere qualche ora, per motivi di opportunità e per poter sentire prima la moglie dell'ex assessore. Momenti di forte tensione si stanno registrando in via Grottole, nel quartiere Pianura, sotto l'abitazione dell'ex assessore comunale Giorgio Nugnes, suicidatosi questa mattina. Un gruppo di persone - cittadini e amici di Nugnes - ha inveito contro cronisti e fotografi ("siete peggio delle iene") spintonando con violenza quelli più vicini all'ingresso dello stabile. Urla sono state rivolte anche contro le istituzioni. Per riportare la calma sono intervenuti i carabinieri, che presidiano la zona . -------Dichiarazione di Giorgio Nugnes ------ Mi dimetto. Ribadisco l'estraneità assoluta ai reati contestatimi e confido di provare al più presto la mia innocenza (20 ottobre 2008) - fonte: Julie News - inserita il 29 novembre 2008 da redazione Stralci della lettera di Nugnes al sindaco Jervolino con la quale annuncia le sue dimissioni dall'incarico di assessore dopo essere stato arrestato per i fatti della discarica di Pianura. “Ho sempre cercato di utilizzare gli strumenti amministrativi per risolvere i problemi dei cittadini, specialmente quelli delle periferie”: così l’assessore comunale Giorgio Nugnes - agli arresti domiciliari perché ritenuto uno degli organizzatori degli incidenti avvenuti lo scorso anno a Pianura durante le manifestazioni contro la discarica - scrive in un passaggio della lettera inviata al sindaco Rosa Russo Iervolino in cui conferma le sue dimissioni dall’incarico. Il testo della lettera è stato diffuso, per volontà di Nugnes, solo una volta conclusa l’udienza che si è svolta oggi davanti al Riesame (i giudici sono in camera di consiglio). Nel corso dell’udienza il legale di Nugnes, l’avvocato Nello Palumbo ha chiesto l’annullamento della misura cautelare. “Dopo aver a lungo riflettuto - scrive Nugnes - superati i primi momenti di comprensibile disorientamento e sconcerto, al fine di toglierti da qualsiasi disagio, evitando che la mia vicenda possa ulteriormente riverberarsi sul sereno, corretto ed efficiente funzionamento dell’attività amministrativa, ritengo che sia opportuno rassegnare le dimissioni dall’incarico di assessore comunale”. Nugnes ribadisce inoltre “l’estraneità assoluta ai reati contestatimi e confido - afferma - di provare al più presto la mia innocenza”. Nugnes si sofferma inoltre sulla situazione del “disagio e degrado” esistente nel quartiere Pianura. “Tu questa condizione - scrive alla Iervolino - l’avevi capita più di tutti e prima di tutti e probabilmente mi hai nominato assessore anche perché sono nato in questa realtà così delicata. In due anni sono state realizzate e sono in corso di realizzazione opere che nemmeno si erano ipotizzate negli ultimi cinquanta anni”. “Apprezzo la sua sensibilità e lo ringrazio per il lavoro svolto” – sono state le parole con cui il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha commentato la lettera. Nuovi atti sono stati depositati ieri, nel corso dell’udienza presso il Tribunale del Riesame di Napoli, dal Pm Antonio Ardituro: in particolare, per quanto riguarda Nugnes, la misura degli arresti domiciliari viene sostituita con il divieto di dimora nel quartiere di Pianura. -------------------------- ---------------------------------------------- ---------------------- --------------- Autore: Enrico Fierrolink autore: «Sono partiti, stanno a Fuorigrotta, mannaggia ’a morte». «Guagliu’ iammo, stanno arrivann ’e carabinieri». Napoli, gennaio 2008, a Pianura scoppia la guerriglia contro la discarica. Ci sono blocchi, scontri con le forze dell’ordine, devastazioni delle sedi dei partiti, i commercianti devono chiudere i negozi. Chi c’è dietro gli scontri?, i no global, gli ambientalisti duri e puri, i pericolosissimi anarco-insurrezionalisti? Affatto. Il «fronte del no» partenopeo è una miscela maleodorante di politica, affarismo, speculazione, camorra e tifo violento. È questo il vomito ammorbante che sta uccidendo Napoli e le sue speranze di rinascita. Giorgio Nugnes ha la tessera del Partito democratico in tasca ed è assessore al Comune di Napoli, di lui si fida il sindaco, di lui si fidano la prefettura e la Questura. PRENDE i voti a Pianura, è in corsa per il consiglio regionale. Non può certo lasciare spazio a Marco Nonno, consigliere comunale pure lui, ma di Alleanza Nazionale, che in quei giorni di fuoco capeggia la rivolta. Due fronti opposti, ma uniti nel no alla di- scarica. Motivo nobile, direte, visto che a Pianura quello sversatoio c'è da 40 anni e nel quartiere si muore intossicati e devastati dai tumori. La gente lotta per la salute. Nugnes e Nonno per altri interessi. È scritto nell'inchiesta della procura della Repubblica di Napoli, 34 arresti e 40 indagati. Nonno è finito a Poggioreale, Nugnes è agli arresti a casa sua. Per tutti l'accusa è di devastazione, associazione per delinquere e un'altra sfilza di reati che occuperebbe tutto lo spazio di questa pagina. «Se salgono di qua si fa una cosa» 3 gennaio 2008, a Pianura sono stati già incendiati autobus, feriti agenti e carabinieri. Ci sono le barricate e Giorgio Nugnes, che è assessore alla protezione civile, è ufficialmente informato degli spostamenti della polizia che muove verso Pianura per «liberare» la discarica. Il clima è teso, Marco Nonno - giacca militare addosso - è tra i rivoltosi. Ha un filo diretto con l'assessore che lo informa e gli dà ordini: «Ma via Sartana è libera, mannaggia 'a capa vosta». E Nonno: «Se salgono di qua si fa una cosa, hai capito?». Una «cosa», un blocco, gli scontri con i petardi, le molotov e le spranghe di ferro. Quelle portate dai ragazzi della tifoseria ultrà mobilitata per l'occasione, da Nonno e Nugnes e foraggiata con «mangiate» e danari da un altro «galantuomo». Filo diretto con le Teste Matte È Leopoldo Carandante, piccolo costruttore fortemente sospettato di essere il referente principale di quel misto di camorra e speculazione che ha trasformato Pianura nel regno dell'abusivismo edilizio. I guaglioni degli ultrà sono quelli delle «Teste Matte» e dei «Niss» (Nessun incontro, solo scontri), quelli che ogni domenica incendiano il San Paolo e tutti gli stadi dove il Napoli calcio va a giocare. Mario 'o bandito, Rafilone, Gino 'o topo, Popoff… ecco: questi sono i referenti dei due politici napoletani, soprattutto di Marco Nonno. «Sulla curva esiste una vera e propria legge di camorra», disse un anno fa il pentito Giuseppe Misso jr, nipote del boss Peppe Misso, re della Sanità. «Allo stadio come nella vita o si è guardie o si è ladri»: è lo slogan dei Niss. «Fammi sapere che mi muovo» Ma torniamo a quel 3 gennaio. L'assessore Nugnes segue i movimenti dei blindati, informa Nonno che si spazientisce. «Le cose fammele sapere a tempo di record, così mi muovo». Il consigliere del partito di Fini (un fissato di paracadutismo, arti marziali e armi da guerra) teme di essere intercettato. Ma l'assessore lo rassicura attingendo a piene mani nella sua enciclopedica cultura politica: «Quelli che ci stanno intercettando ci fanno un bucchino». Nonno non è da meno nell'esternare la sua stima a magistrati e forze dell'ordine: «Ci cagano il babà, io non sto facendo niente di illegale». Fermiamoci un attimo. Nugnes è l'assessore di una grande città italiana, un politico in ascesa di un partito in quel momento al governo. Nonno è un giovane consigliere comunale destinato a diventare consigliere regionale per il partito che di lì a poco conquisterà l'Italia ed esprimerà presidente della Camera e ministro della Difesa. E pensate alle loro chiacchiere «ufficiali» condite dalla stima verso polizia e carabinieri. Balle. Voti, affari e clan Di nuovo Nugnes: «Io sto qui, sto difendendo i miei cittadini». Balle pure queste. Perché l'inchiesta della procura di Napoli mette a nudo gli affari tra Nonno e il «costruttore» degli abusivi Carandente e le relazioni pericolose di Nugnes che invece usa Ciruzzo Sanges, un pluripregiudicato. Correva l'anno 1994, quando Pietro Lago (legato al clan che porta lo stesso nome e che detta legge a Pianura) parlò dei legami tra camorra e politici: «Ho procurato voti all'on. Martusciello (Forza Italia, ndr) in cambio di piaceri che mi avrebbe fatto: mi avrebbe potuto far avere appalti nella zona di Pianura… Per ultimo ho appoggiato Giorgio Nugnes che mi ha passato informazioni e documenti sui soldi che dovevano essere stanziati per Pianura». Il patto della braciola I telefoni non trovano pace quel 3 gennaio. Pianura è in fiamme. Quindici minuti dopo la telefonata tra Nonno e Nugnes, scattano i disordini. Guaglioni mascherati dirottano un bus del trasporto pubblico e lo incendiano con le molotov. In quei giorni Marco Nonno non si perde una telecamera. È lanciatissimo, anche se nel suo partito c'è un consigliere regionale, Piero Diodato, che ha detto sì alla discarica. Durante gli scontri qualcuno appicca il fuoco al distributore di benzina del fratello dell'onorevole. Per rabbonire gli abitanti di Pianura, Diodato, ha premuto sulla giunta regionale per trovare un po' di finanziamenti. Nonno ne parla con Nugnes. Perché l'assessore democratico vuole sapere cosa è riuscito ad arravogliare (arrangiare) alla Regione Diodato, quante braciole, soldi, ha racimolato per Pianura. Amara la considerazione dei magistrati. «Il denaro pubblico, frutto dell'imposizione fiscale è paragonato efficacemente ad una braciola da mangiare». Ultrà e speculatori, camorra e politici, democratici e di destra: Napoli affondava nella monnezza e loro organizzavano le barricate. Quando ha vinto il centrodestra, Marco Nonno ha fatto affiggere un bel manifesto: «Grazie a Pianura l'Italia ha voltato pagina», e giù una serie di ringraziamenti ai suoi cari elettori, nome per nome. Grazie a Garibaldi, 'o Russo, 'o Macellaio, Birritella. Firmato popolo delle Libertà. L'Unità 07-09-08 p. 1-8