10.11.11

Finale col trucco?

di Paolo Flores d’Arcais, da il Fatto quotidiano, 10 novembre 2011 Berlusconi non si è dimesso. Ha promesso che lo farà, e le sue promesse sono meno autentiche dei suoi capelli. Berlusconi in realtà vuole continuare a comandare, ad esercitare la smisurata e anticostituzionale concentrazione di potere che ha precipitato l’Italia in un regime. Ha cercato di tirare a campare mantenendo il gioco nelle sue mani, il famoso maxi-emendamento a cui condizionare le dimissioni. Magari infilandoci i soliti provvedimenti ad personam per le sue aziende e il suo testamento (contro Veronica e i di lei figli), e per la sua impunità giudiziaria. Lo ha fatto in passato, perché mai non anche ora? Berlusconi ha provato addirittura a commissariare Napolitano, intrecciando maxi-emendamento “europeo”, dimissioni e voto anticipato in un’unica e indissolubile vicenda. Il presidente della Repubblica, concedendogli le dimissioni in differita, ha forse sottovalutato una volta di più che Berlusconi è animale politico della specie caiman crocodilus, famiglia alligatoridae, che già un anno fa utilizzò lo spostamento di un mese del voto di fiducia per comprarsi i voti mancanti. Se ne deve essere accorto, se ha diffuso la nota tagliente e irrituale con cui dà l’altolà agl’incombenti trucchi di Berlusconi. Se ne devono essere accorti anche le opposizioni, pronte purtroppo a digerire il maxi-emendamento senza nessuna dose di equità, che hanno però imposto un calendario a tappe forzate: voto al Senato venerdì, alla Camera sabato, dunque domenica Berlusconi già fuori da Palazzo Chigi. Berlusconi giura e spergiura (le due cose in lui fanno tutt’uno) che non si ricandiderà, ma si può scommettere che farà carte false e gesti da piromane per impedire che le dimissioni significhino la sua fine politica (e del potere anticostituzionale accumulato), per prolungare l’agonia e cercare di rovesciare i verdetti. Lo spread è a livelli da default, da rovina per i milioni di italiani che possiedono titoli di Stato. L’essenziale della (im)moralità di Berlusconi è tutta qui: per evitare la propria fine, ben venga la catastrofe del Paese. Contro i prossimi trucchi criminali di questo Mackie Messer, è sperabile che l’opposizione sia pronta e agguerrita. p.s. Come volevasi dimostrare: appena ha capito che Napolitano darà comunque a Monti l’incarico, Berlusconi ha scoperto che “Monti è una scelta ineludibile”, e si prepara a condizionarlo: vuole che al ministero della Giustizia resti il “suo” Nitto Palma. Naturalmente a far cambiare opinione (è il suo nuovo “giuro e spergiuro”: ieri sulle elezioni anticipate, domani chissà) a Berlusconi non sono stati i destini dell’Italia ma il crollo in borsa di Mediaset, che per lui sono la stessa cosa. Ora vedremo cosa faranno Napolitano e Monti, per la giustizia e per il sistema televisivo, le due uniche cose che interessino a Berlusconi. Alla speculazione finanziaria l’impunità di Berlusconi e la negazione della giustizia eguale per tutti, ovviamente non importano nulla. Ma agli italiani in carne ed ossa sì. Sarà una cartina di tornasole per il nuovo governo, almeno quanto la “equità” (che non ci sarà) sui provvedimenti economici. Se Napolitano e Monti daranno su questo garanzie a Berlusconi vorrà dire che si saranno piegati: oggi la loro credibilità presso gli italiani è altissima (non sempre meritatamente, a modesto parere di chi scrive), ma sull’impunità a Berlusconi e il monopolio ai vari Minzolini potrebbe crollare di colpo. (10 novembre 2011) I BLOG DI MICROMEGA